Le frazioni di Granaglione - Rete Civica del comune di Alto Reno Terme

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BIAGIONI

44°085136, 10°947795

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Il paese di Biagioni costituisce la posizione più meridionale non solo del Comune di Granaglione ma dell'intera Emilia; collegato alla Toscana, dal ponte sul fiume Reno, che vedremo più avanti, può essere definito storico; infatti pare sia di origine Romanica,

La località di Biagioni che, come parrocchia, comprende i borghi abitati di Randaragna, Casa Poli, Casa Chierici, Banditelli, Olivacci, Casa Chiombi e Casa Piattella, si trova sul versante di sinistra del fiume Reno, che, come sappiamo, è il maggior fiume dell'Emilia Randaragna. Il fiume divide il paese in due parti, una parte si trova in Toscana Biagioni è una frazione del Comune di Granaglione a 521 m, S.L.M., si trova lungo la S.S 632 Traversa di Pracchia. Il paese è servito dalla ferrovia Porrettana, la sua stazione è denominata BIAGIONI - LAGACCI. Dalla località di Setteponti a Ponte della Venturina il fiume Reno fa da confine tra l'Emilia Romagna e la Toscana. Nei secoli passati, da Ponte della Venturina fino a Pracchia, l'unico punto dove era possibile attraversare il fiume Reno si trovava a Biagioni. Il ponte consentiva il passaggio dei greggi, dei cavalli e di quanto serviva per la vita dì quel tempo, un edifìcio tuttora esistente, nei pressi del ponte, è indicato come sede dell'antica Dogana al Servizio dello Stato Pontificio e del Granducato di Toscana. 

I primi insediamenti a Biagioni risalgono al 1400. Vicino al ponte si ricorda anche una casa, risalente anch'essa al 1400 (data indicativa dedotta da alcune pietre scolpite), denominata "Maremmana". Dopo l'unità d'Italia veniva usata come punto di sosta per ferrare i cavalli; di ristoro per i pastori e i boscaioli che proseguivano poi verso la Maremma per la transumanza o per lavoro.

LA CHIESA
La Chiesa di Biagioni, dedicata a S. Giovanni Battista, fu costruita come oratorio della Parrocchia di Boschi nei primi anni del 1600 e, successivamente, nel 1795 divenne parrocchia autonoma.

IL MONUMENTO
Nella piazza antistante la Chiesa sorge un monumento alla Resistenza Tosco-emiliana, inaugurato nel 1974, in sostituzione di altro già esistente. Il nuovo monumento, voluto da 17 Comuni, 4 Province, dalla Regione Emilia
Romagna e dalla Regione Toscana, ricorda la strage nazi-fascista compiuta il 4 luglio 1944. Furono impiccati due giovani ragazzi; fucilati padri di famiglia; il paese fu messo a ferro e fuoco. Tutto questo avvenne senza che nessuno delle vittime avesse una qualche pur minima responsabilità. Il fatto ha sempre suscitato grandi interrogativi; i familiari delle vittime e coloro che sono sopravvissuti alla cieca violenza si sono sempre chiesti perché. Confrontando la strage di Biagioni con altre stragi della guerra 1940-1945 ci si chiede: perché le impiccagioni? In altri fatti analoghi quasi mai si erano verificate, impiccagioni.
Dopo più di 50 anni, un giovane ricercatore, Alessandro Boni, su incarico dell'Istituto per la Storia della Resistenza della Provincia di Bologna, ha effettuato una ricerca ed è stato pubblicato il volume ''4 Luglio 1944 Strage di Biagioni". È venuta alla luce una triste storia di odio e vendette tra fascisti della zona. I partigiani non sono minimamente i responsabili di NULLA. Le istituzioni vollero il monumento anche a ricordo della Resistenza delle genti Emiliane e Toscane, particolarmente provate in queste zone dal perdurare del fronte di guerra costituito dalla famigerata linea di guerra denominala Linea Gotica. 

Le località di Biagioni:

- LOC. BIAGIONI
- LOC. CASA BANDITELLI
- LOC. CASA CHIERICI DI BIAGIONI
- LOC. CASA POLI
- LOC. CASINA
- LOC. OLIVACCI
- LOC. CASA CHIOMBI

Le associazioni a Biagioni:
- Pro Loco Biagioni


MOLINO DEL PALLONE

44°099431, 10°96072

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Molino del Pallone è stata la sede municipale del comune di Granaglione fino al 2016; è un piccolo abitalo sulla sponda sinistra del Fiume Reno a 500 m s.m. ed è al centro del territorio comunale, dista 8 km, da Porretta Terme, 31 da Pistoia e 70 da Bologna. La sua denominazione deriva da''Molino di Ballone", un vecchio mulino a macine azionate dall'acqua del fiume in passato serviva prevalentemente a trasformare le castagne secche in farina dolce, principale alimento dei montanari. L'antico mugnaiolo chiamavano Ballone, non si sa bene se perché trasportava grosse balle di farina o perchè raccontava grosse balle (fandonie) o forse,la più credibile, gli piaceva un po’ troppo il vino e poiché la polvere della farina mette sete, prendeva grosse balle, cioè sbornie.

Il paese in se non è antico, escluse alcune case, il resto è sorto dopo il 1863 anno in cui fu aperta al traffico la ferrovia Bologna-Pistoia e nel 1882 la strada provinciale Ponte della Venturina – Pracchia.
Furono queste vie di comunicazione di fondovalle a dar vita e a far sorgere il paese di Molino del Pallone, ed in seguito, data la sua centralità, nel 1887 vi fu trasferita la sede municipale del paese omonimo di Granaglione.
Nel 1964 con decreto ecclesiastico la chiesa di Molino del Pallone veniva dichiarata Parrocchia, la chiesa stessa venne ampliata ed in aderenza costruita la canonica.
Questo piccolo centro vocato alla villeggiatura estiva ha una capacità ricettiva purtroppo scarsa e non arriva mai a coprire la richiesta.
Le ragioni per cui fin dalle sue origini è stato luogo di villeggiatura, preferito da molti cittadini dell’Emilia e della Toscana, sono da ricercare nella media altitudine, nell’aria balsamica dalle verdi e fresche montagne che lo circondano, dalle vie di comunicazione per raggiungerlo, nonché dalle purissime acque di sorgente tra cui la più famosa è quella della Peschiera.
Altra attrattiva di primaria importanza è senz’altro la vicinanza del Fiume Reno, che come una grande spiaggia è meta di pescatori e di villeggianti, che oltre a prendere la tintarella possono bagnarsi e nuotare, in quanto in quel tratto le acque risentono ancora degli inquinamenti.
Esiste un parco giochi, un campo sportivo dove vengono organizzati tornei di calcio estivi, la Casa del turista con discoteca, un ristorante dove si possono assaporare gustosissimi pranzi casalinghi e tutte le specialità montanare del luogo. 

Le località di Molino del Pallone: 
- LOC. CASA SANTINI
- LOC. CASA BONI
- LOC. POGGIOLO DI CASA BONI
- LOC. CASA ZACCHI
- LOC. CASA CHIERICI DI CASA BONI
- LOC. CASA EVANGELISTI
- LOC. PRATI
- LOC. CASA SALMA
- LOC. RANDARAGNA

Le associazioni a Molino del Pallone:

- Pro Loco Molino del Pallone - Tel. 0534 62177
- Circolo Ricreativo Culturale Casa Boni - Tel. 328 0662325


LUSTROLA

44°123333, 10°969000

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Attorno all'anno mille, i Bolognesi fusero i borghi di Granaglione e Succida, l'odierna Borgo Capanne, in un unico comune, al quale aggiunsero poi Boschi e Lustrola, allora chiamata "Buscola" il cui governo era concentrato nelle mani di poche famiglie, tra le più ricche della comunità, i cosiddetti "antichi originari". La sede comunale era proprio in paese ed esistono due prove evidenti di ciò:
- un'iscrizione latina del 1690 sulla soglia di una casa che recita:
"Obliti privatarum publica curate"(dimenticate la cosa privata, curate la cosa pubblica), 

- un affresco nella "Galleria delle carte geografiche" nei Musei Vaticani, dove è rappresentata la zona del Bolognese in cui si può scorgere un borgo comunale di nome Lustrola.

Il paese svolge il suo ruolo pubblico fino al 1798, anno in cui il governo di dominazione francese, affida le insegne comunali a Granaglione. Alcune fonti affermano la presenza, a circa 100 metri verso il fiume Reno, di alcuni resti di un abitato, che si dice fosse Rimaiola, la prima Lustrola.
Verso le Capanne, sul monte, alcuni sassi ci svelano la presenza in quel luogo di un castello fortificato: Castel Martino, possedimento di Matilde di Canossa.
Nel 1307 i conti di Panico alleati a quelli di Montecucolo, distrussero il forte allora difeso dalla gente di Gaggio; una leggenda attribuisce invece il fatto ad un attacco utilizzando catapulte da parte di Federico Barbarossa.

A cavallo dei secoli XI e XII, nella parte alta di Lustrola, sorge la chiesa di San Lorenzo, di cui si ha la prima documentazione nel 1200; dopo il '300 fu unita alla pieve di Succida (Capanne), in età moderna riottenne la sua autonomia, e la mantenne anche dopo il concordato del 1985.
Per le particolari condizioni di isolamento dovute alle scarse vie di comunicazione, e per l'asprezza delle condizioni climatiche e geografiche, la vita della popolazione si è protratta immutata nei secoli, basando le poche attività essenzialmente sullo sfruttamento dei boschi e dei castagneti così ampiamente diffusi nella zona; solo nel 1914 Lustrola potè essere collegata agli altri borghi ed al capoluogo di Granaglione con una strada carrozzabile.
Prima di allora i vari villaggi erano raggiungibili solo grazie a sentieri e mulattiere.
I cosidetti "emigranti stagionali", tornavano ad ogni primavera per dedicarsi alla coltivazione dei piccoli campi ricavati terrazzando i fianchi del monte, e la loro partenza in autunno non avveniva prima di avere raccolto le castagne, la cui farina rappresentava l'unica fonte di sostentamento per donne, vecchi e bambini durante i duri mesi invernali, la coltivazione dei castagneti e la trasformazione del loro prodotto hanno costituito in passato l'attività agricola principale della zona e di ciò resta vasta traccia nella cultura popolare e nel paesaggio.

Le associazioni a Lustrola:
- Pro Loco Lustrola - Tel. 339 2793451
Sito Web:  www.lustrola.it


BORGO CAPANNE

44°131412, 10°97477

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La storia di questo borgo ha origini antichissime come del resto anche il nome che porta.
Infatti nell’antichita’ le Capanne si chiamavano Succida, un termine che deriva dal latino “succidere” che significa tagliare. Si narra che questa zona fosse ricoperta da una folta boscaglia e che fu tagliata per ricavare pascoli per il bestiame.

Gli abitanti del luogo pero’, costruirono anche tettoie o case basse coperte di giunchi e di paglia per il ricovero degli animali. Queste tettoie furono chiamate capanne o cavanne, vocabolo che ancora oggi nel dialetto locale, significa fienile.
Prendendo spunto dalle caratteristiche costruzioni, il nome antico Succida nel tempo si trasformo’ cosi’ in Capanne. Il territorio delle Capanne, vista la sua posizione geografica, fu da sempre conteso tra Bolognesi e Pistoiesi.
All’inizio del XIII secolo, i Pistoiesi e i Bolognesi si trovarono a combattere sia per motivi di confini che per altri motivi.

Queste lotte ebbero come effetto che i Capannesi giurarono fedelta’ ai Bolognesi e di conseguenza anche il territorio delle Capanne cadde sotto il dominio bolognese.
Le lotte continuarono per vari anni, fino alla mediazione messa in atto dal Pontefice Onorio III, il quale mando’ un pacere per porre fine alle ostilita’.
Questo permise di raggiungere un accordo tra Pistoiesi e Bolognesi che prevedeva che il territorio di Succida rimanesse soggetto al governo bolognese.

Borgo Capanne offre la possibilita’ di usufruire di un campeggio, di un campo da tennis, di un campo da basket, di una pista da pattinaggio e di un campo da beach volley che si trovano nel rione di Iola, immersi naturalmente in una ricca vegetazione.
In questo stesso rione si trova anche il ristorante pizzeria e locanda
“Le Capanne“ (aperto tutto l’anno) che offre, sia a pranzo che a cena, cucina tradizionale tosco-emiliana.

Le località di Borgo Capanne:
- LOC. POGGIO DI B.GO CAPANNE
- LOC. LUCAIOLA
- LOC. RILO’
- LOC. VETTICA
- LOC. SERRA
- LOC. GIAGOGNANA
- LOC. ORTI
- LOC. PIEVE
- LOC. RIO FONTI
- LOC. CAPRERA
- LOC. CARRIOLA
- LOC. TORRETTA
- LOC. MADOGNANA
- LOC. CASA TRORIO
- LOC. CASA BALLI
- LOC. MOLINO DI GRANAGLIONE
- LOC. VARANO

Le associazioni a Borgo Capanne:
- Pro Loco Borgo Capanne - Info: 0534 60445


PONTE DELLA VENTURINA

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Ponte della Venturina, quota mt 402, nonostante sia il più grosso ed importante centro abitato del Comune di Granaglione, è anche l'ultimo Paese nato in ordine cronologico, infatti, da una mappa dei Beni Parrocchiali del 1586, esisteva solamente un Mulino che, nel 1964 in un documento dell'Archivio Parrocchiale, è indicato come "Loco detto il Mulino". L'attività del mulino era condotta da una famiglia BORGOGNONI (cognome predominante delle famiglie che abiteranno in avvenire la Venturina ed oggi quasi estinto). 
Ancora, da una mappa del 1787 è indicato come : Mulino di Granaglione.
Il mulino cessò l'attività nel 1905, l'ultimo conduttore fu Guccini Beniamino detto "Begnamme". Attualmente l'edificio è stato ristrutturato ed adibito ad abitazione civile.Da ricordare che, nei registri dello Stato delle Anime della Parrocchia della Pieve di Borgo Capanne, Ponte della Venturina è indicata per anni con il toponimo di: Molino, Molino da Reno ..... Nel 1826 venne costruita dalla famiglia Pistoiese Vivarelli-Colonna, la ferriera, con magli mossi da energia idraulica per la lavorazione del ferro. Dopo il passaggio di proprietà da Vivarelli-Colonna a Filippo Ferrari nel 1880, l'attività della ferriera chiuse definitivamente i battenti negli anni 20, quando l'intera struttura venne acquistata dalla Soc. Idroelettrica della Limentra, poi dalla Soc. Bolognese di Elettricità ed infine, nel 1960, da privati. Ecco come si presenta oggi dopo la ristrutturazione delle abitazioni del lato Sud. L'elemento più vicino a noi e più antico è senz'altro la chiesa battesimale di San Pietro di Sùccida, oggi detta Pieve delle Capanne, che sembra fosse pure intitolata a San Procolo e, probabilmente dal secolo XI, anche a San Giovanni Battista . L'edificio attuale è ottocentesco, ma le origini della Pieve sono molto più antiche anche se il primo documento che ne attesti la presenza è "solamente" dell'anno 1020, secondo una recente ipotesi la fondazione del primo edificio si potrebbe forse ricondurre ad un periodo compreso fra V e VI secolo.

Ritornando alla storia della Venturina, il paese cominciò ad incrementare la sua importanza soprattutto dopo il 1845-1850, periodo in cui venne costruito il ponte in concomitanza con l'apertura della strada Porrettana, dopo il 1864,anno in cui venne inaugurata la linea ferroviaria Bologna-Pistoia e dopo il 1882, anno dell'apertura della strada per Pracchia , che rese questo luogo un fondamentale, nel passato più che nel presente, nodo viario, mano a mano soppiantando il Molino del Pallone che soprattutto nel dopoguerra subì un progressivo decremento demografico. Infatti, visto anche il fiorire di numerose industrie ed attività commerciali, tutta la zona da Pavana a Silla vide notevolmente aumentare la propria popolazione a scapito dei paesi della parte "alta" del Comune. Inutile dire che allo stato attuale, vista anche la comodità offerta dalla Strada Statale 64 e dalla ferrovia, questo fenomeno di "immigrazione" non si è ancora ultimato rendendo di fatto Ponte della Venturina il vero centro del Comune di Granaglione. Una citazione particolare va al Ponte sul fiume Reno che, come detto in precedenza, venne costruito nel periodo 1845-1850 e fu distrutto da un bombardamento alleato il 18 Aprile 1944; immediatamente ripristinato dall'esercito Tedesco, fu fatto saltare dagli stessi Tedeschi in ritirata il 28 Settembre 1944. Il ponte attuale venne ricostruito nel 1947 dalla Cooperativa muratori di Porretta Terme nella struttura originale in pietra. 

Secondo un'attendibile ipotesi si trovava nella zona dell'attuale manufatto anche il ponte che un documento della metà del Duecento definisce "pontem magnum positum super flumen grandem qui dicitur Renum"; tale opera serviva al transito lungo la grande area di strada del Reno-Limentra Occidentale-Ombrone. Un'ulteriore probante conferma dell'ipotesi di localizzazione del "ponte magnum" nella zona dell'attuale ponte è data da una mappa della metà del Cinquecento che ritrae a volo d'uccello la Pieve delle Capanne con le chiese dipendenti; in essa compare infatti il ponte fra la Pieve e Pavana a monte della confluenza del Limentra.

Ponte della Venturina è tutt'oggi paese di confine tra Emilia-Romagna e Toscana ma anche nei secoli scorsi lo fu; essa infatti separò Granducato di Toscana e Stato Pontificio e, in località Castellina (in destra Reno), dal Seicento trovò collocazione la dogana pontificia, a poca distanza da quella granducale del ponte di Teglia. Con l'apertura della nuova strada Porrettana a metà dell'Ottocento, i traffici si spostarono sul versante sinistro del Reno e in pratica divenne necessario costruire le due nuove dogane di Valdibura di Pavana (edificio presente all'incrocio della strada per Fondamento) e di Ponte della Venturina (edificio di fronte all'attuale distributore di benzina).

Le località di Ponte della Venturina sono:
- LOC. VALDOPPIO
- LOC. CASA CORSINI
- LOC. CASONE
- LOC. CASA CARDELLA
- LOC. CASTELLINA
- LOC. VALVERDE

Le associazioni a Ponte della Venturina:
- Pro Loco Ponte della Venturina - Tel. 0534 60564
- Pubblica Assistenza e Protezione Civile Granaglione - Tel. 347 9030445
- Associazione Sportiva “Amanti della Trota”  - Tel. 328 8356092

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